Dopo secoli dall’arrivo della nostra prima fanart inauguriamo questa pagina in cui posteremo i vostri lavori in nostro onore, sperando ne arrivino altri.
Per ora ringraziamo la gentilissima Maysun per averci inviato questo disegno di gruppo:
Grazie anche a Delfina8, che ha creato questa fanart per il nostro primo compleanno *A*
La prima fanfiction su “D per Dolcetta” (scritta da Maysun):
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Gozaru ripose la katana nel fodero, irritata. Nella stanza regnava un silenzio tombale, interrotto soltanto da Charlie Jr, occupato a rosicchiare un foglio di carta pieno di scarabocchi, Ripensò con disgusto alla sera prima, quando Euphoria era entrata tutta trafelata in cucina, balbettando qualcosa su Castiel ce si stava squarciando le braccia per la disperazione. “Un’altra volta?” aveva sospirato lei, porgendo a Parachan il foglio responsabile di tale reazione. Inutile dire che la poverina si era chiusa in bagno per circa un paio d’ore, mentre Charlie rideva a crepapelle. Chissà perché, Charlie era l’unica che non finiva per sentirsi male dopo aver letto una ficcy-spazzatura. Per questo lei e il suo procione coordinavano la sezione “Rifiuti”. Gozaru posò lo sguardo su Kiritsubo, intenta a trafficare con matite e pennelli nel vano tentativo di correggere qualche illustrazione. Ormai non chiudeva occhio da una settimana. Il loro ufficio era situato nel bel mezzo del nulla, lontano dagli occhi indiscreti dei poveri idioti che sceglievano di vivere a Dolcelandia nella speranza di passare una notte di passione con Castiel o Lysandre. La compagnia di “D per Dolcetta” aveva il compito di ripulire la città dalla sporcizia e di supervisionare le manie e le voglie represse degli abitanti. Un compito ingrato, a dire il vero. Non c’era un giorno di pace o di riposo. Vivevano del loro lavoro ventiquattro ore su ventiquattro. E portare avanti un ufficio tale in sette era un’ammazzata in tutti i sensi. L’unica a spassarsela, lì, era Myaku, scomparsa insieme ad un paio di ragazzi dal giorno prima. Era esasperante avere una Mary Sue in casa. Anche se era, sì, l’unica Mary Sue con un po’ di sale in zucca, il suo fascino impossibile mandava su di giri l’intera fauna maschile (il che era un bel problema). Gozaru, altresì detta “il Maligno”, guardò l’orologio a pendolo appeso ad un angolo della parete: le sei e mezzo, e la Sala Riunioni era ancora mezza vuota. «Ma dove Castiel sono le altre?» proruppe, estremamente scocciata. «E lo chiedi a me?» fece Charlie, stravaccata sulla sua poltrona vinaccia cosparsa di peli di procione. Fra le braccia stringeva con (strano a dirsi) dolcezza il suo adorato Charlie Jr. Ai suoi piedi erano poggiati un paio di tacchi dall’aria scomoda. «Era una domanda retorica, Charlie…» grugnì l’altra, allungando una mano per prendere il telefono poggiato sul bracciolo del divanetto dove stava seduta «Hanno detto che ora arrivano.» disse una voce bassa, un po’ roca. Charlie e Gozza si voltarono di scatto, e una ragazza dai capelli neri raccolti in un paio di trecce scese dal davanzale della finestra aperta. Sakyo sapeva mettere paura. Non faceva il minimo rumore quando si muoveva, e la sua calma gelida la rendeva alquanto inquietante. Era un tipo micidiale, poi, se le mettevi un arco in mano. «Ma porco Damon!» esclamò Charlie, riacchiappando al volo Charlie Jr: «Sakyo, la vuoi smettere di comparire così a cavolo?» Sakyo fece spallucce, e si accomodò ai piedi della scrivania, le gambe incrociate e l’arco di legno in bilico sulle ginocchia. Gozaru le lanciò un’occhiata stanca: «Quindi dove sono le altre?» L’altra si buttò una treccia dietro la spalla minuta: «Euphoria sta sistemando dei documenti e Parachan sta prendendo un’aspirina per il mal di testa.» «Ancova non fi è vipvefa?» le domandò Kiritsubo, alzando la testa dal foglio, un paio di matite fra le labbra. Le occhiaie violacee che le arrivavano alle guance facevano pendant con i suoi capelli. Sakyo scosse la testa, sconsolata. «Quella fanfiction era proprio disgustosa.» mormorò Charlie, arricciando il naso. «Decisamente.» Parachan entrò nella stanza con la sua falce stretta in mano e la faccia ancora verdognola. Camminava lentamente, poggiandosi all’arma come a un bastone da passeggio e, una volta arrivata, si lasciò cadere accanto a Gozza sul divanetto di pelle. «Fuffo ok?» le chiese Kiritsubo. Parachan la guardò male: «Ti pare?» «Eva pev chiedeve.» In quel momento il cellulare di Sakyo prese a vibrare nella sua tasca. La ragazza lo tirò fuori, dando un’occhiata fugace al display: «È Euphoria.» annunciò, poi mise il vivavoce. «Sakyo-chan, hai visto Myaku?» Euphoria sembrava preoccupata. «Che è successo ora?» esclamò Charlie di rimando, mentre Parachan sbuffava sonoramente. «Ma che ne so? È sparita con Armin da ieri sera!» Il silenzio che prima regnava nella stanza fu interrotto da una sonora risata di gruppo. Gozaru si alzò in piedi, prendendo la katana e legandola al changsam corto che indossava. Si chiuse la porta alle spalle che le altre ancora ridevano, e si incamminò verso il quinto piano, dove sapeva avrebbe trovato la Mary Sue. Il corridoio era illuminato dalla luce soffusa del tramonto, e i condizionatori mantenevano l’aria fresca nonostante fosse pieno agosto. Passò vicino ad una porta in ferro, dalla quale provenivano i lamenti e i singhiozzi di un paio di Benedette dalla sfiga e i ringhi rabbiosi di qualche Tronky famelica. Allungò il passo e, una volta giunta alle scale, salì agilmente i gradini a due a due. Giunta al piano si fermò, le mani sulle ginocchia, il busto piegato in avanti e il respiro corto. Alzò lo sguardo, ansimando, e un sorriso maligno le incurvò le labbra. Con noncuranza aprì la porta di mogano e ad accoglierla fu l’urlo spaventato di una ragazza. Myaku aveva le mani affondate nei capelli di Armin, le loro bocche a un centimetro l’una dall’altra. Le sue labbra erano rosse -e non per il rossetto- e le braccia secche del ragazzo le cingevano i fianchi. Ai piedi del letto erano gettati due paia di scarpe, tuttavia (e Gozaru ne fu felice), i signori si stavano solo aspirando la faccia. «Gozaru!» Myaku aveva occhi di fuoco mentre la guardava. Il Maligno si appoggiò alla parete: «Vedi di scendere, Cicciolina, altrimenti ti recludo assieme a Melody.» minacciò, mentre Armin la fissava, allibito. Gozaru resistette all’impulso di saltargli addosso. «O santa Missy!» Myaku si alzò in piedi, rimettendosi la camicia di pizzo che aveva lasciato, spiegazzata e sgualcita, sul bracciolo di una poltrona imbottita. La mora aspettò ce si sistemasse i capelli, poi la prese per il braccio e la trascinò a piedi nudi fuori dalla stanza, ignorando le sue proteste. «Ma che vuoi?» strillò la Mary Sue, alternando, disgustata, lo sguardo dai suoi piedi freschi di pedicure alla polvere ammucchiata agli angoli degli scalini. Gozaru grugnì: «Ti porto alla riunione, scema.» «Ah, era oggi?» «No, è domani, ma ti sto trascinando giù per fare un po’ di moto.» borbottò l’altra, sarcastica. Strattonò Myaku, spalancando la porta della Sala Riunioni senza tanti complimenti. Euphoria -arrivata nel frattempo- guardò la Mary Sue con gli enormi occhi azzurri: «Ah, eccoti.» disse: «Dove cavolo eri finita?» «Ad aspirare la bocca ad Armin.» borbottò Gozaru mentre le altre ridacchiavano, figurandosi la scena. Euphoria incrociò le braccia: «Possiamo iniziare, quindi?» «Come ti pare…» bofonchiò Parachan, poggiando la testa sulle gambe del Maligno, la faccia sempre verdognola. Charlie si schiarì la voce: «Io e Euphoria abbiamo convocato questa riunione perché ultimamente le fanfiction-spazzatura stanno aumentando a dismisura.» «Alè…» fece Kiritsubo, sbattendo con forza la gomma da cancellare sul tavolo, arrendendosi di fronte ai casini di anatomia che solo gli abitanti di Dolcelandia sapevano fare. «E cosa pensate bisogni fare?» chiese la Mary Sue. Charlie fece spallucce: «Ah boh.» «Ah boh?» Myaku sgranò gli occhi: «Ma non avete neanche un piano da proporre?» «Io elimino le fanfiction-spazzatura. È Gozza che le controlla.» «Non mettermi in mezzo, Procione, non ho convocato io questa riunione.» rispose il Maligno. «La sezione è tua. Dovresti aiutarci tu a risolvere il problema.» «Ma che vuoi dalla mia vita?» «Santo Nathaniel quanto la fai lunga! Voglio che tu proponga qualcosa perché quelle cose sono indigeste!» Charlie smise di accarezzare Charlie Jr, il quale le scappò dalle braccia, presagendo una litigata imminente. «E prendi un buscopan!» esclamò Gozaru. «Peggio mi sento.» «E allora fai come Parachan e chiuditi in bagno!» Parachan alzò la testa, sentendosi chiamata in causa: «Ehi! La fanfiction me l’hai fatta leggere tu! Parla con Myaku, è lei che dovrebbe controllare le Mary Sue ed evitare certi casini.» Myaku serrò le labbra, stizzita: «E certo, è sempre colpa mia!» Charlie la guardò di sbieco: «Vorrei ben vedere! Se tu avessi controllato quella Sailor Moon, Castiel non si sarebbe tagliato le vene.» «Ma è Gozaru che si occupa di queste cose!» replicò la bionda. Il Maligno resistette all’impulso di tirare fuori la katana. «Ragazze, placatevi.» le interruppe Euphoria, gelida, aprendo la cartellina che teneva in grembo e tirandone fuori un paio di fotografie raffiguranti varie ragazze bere un caffé, probabilmente in uno di quei bar rosa confetto tipici del centro. Kiritsubo ne prese una, esaminandola attentamente. I suoi occhi guizzavano su e giù, analizzando ogni particolare. «Chi sono?» domandò Parachan. «Io e Sakyo pensiamo siano le autrici di tali scempi.» rispose l’altra, accavallando le gambe candide. «E a me non dici niente? Insomma, noi…» iniziò Charlie, ma fu immediatamente interrotta da Kiritsubo, che voltò la foto verso di loro, indicando una tizia con i capelli blu e gli occhi dorati: «Questa la conosco. È famosissima in città.» «Sì, la conosco anche io.» disse Gozaru: «Ha scritto quella fanfiction che fa tanto scalpore, ultimamente… “Cuori infranti”, mi pare.» Myaku alzò gli occhi al cielo, pensosa: «In effetti l’ho sentita anche io. È quella che mi ha impegnato una Brutto anatroccolo, se non sbaglio… decisamente orribile come fanfiction.>> «Molte “autrici”» Sakyo calcò sulla parola “autrici” per sottolineare il suo disappunto: «stanno creando fanfiction sulla scia di questa storia, a quanto pare.» Euphoria indicò una ragazzina dai capelli biondi tagliati corti che guardava con occhi adoranti la tizia dai capelli blu:«Sembra che questa sia quella della fanfiction di ieri, e che le altre ragazze siano altre aspiranti scrittrici di cibo per procioni.» «Ma che schifo!» proruppe Charlie, sbattendo la testa contro uno scaffale della libreria, mentre si rialzava col suo animaletto in braccio, dopo esserlo andata a riprendere. «Lo so…» la confortò Parachan, reprimendo un conato di vomito. «Quindi che si fa? Le si va a prendere e le si rende innocue?» propose Kiritsubo, pregustando una bella gita fuori porta come ai vecchi tempi. Euphoria inarcò un sopracciglio: «Senza un piano d’attacco?» «Io ho un piano: attacchiamo.» fece Myaku, citando Tony Stark, mentre Gozaru rideva fra sé e sé. «Se hai i loro indirizzi, possiamo fargli una visita la prossima settimana. Giusto il tempo di preparare un paio d’armi e le camere blindate.» Kiritsubo si sedette sul bordo dello scrittoio, stropicciando i fogli sui quali stava lavorando fino a poco prima, e guardò Euphoria: «Se mi dai un paio d’ora posso scoprirli anche subito.» rispose quest’ultima. «Quindi è deciso? Si va?» domandò Gozaru, trepidante, la mano che accarezzava il fodero della sua amata katana. Le altre annuirono, e i loro occhi brillarono di una luce assassina e predatrice. Il Maligno sorrise, mentre il sole tramontava scompariva definitivamente dietro l’orizzonte, facendo sprofondare tutto nel buio: «Perfetto.» |
Awww <3 Riesco solo a dire questo!*^*
Siamo noi a dover Awwwwn-are te <3
sottoscrivo <3
Hahaha mio Dio, che figata! *^*
Si spera di poter inviare un disegno prima di Natale XD
Grazie per aver messo quella orribile one-shot ispirata dalla noia nelle ore di storia <3
Hey Maysun sono Castiella :3 Ossia la tua cognatina u.u